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Cosa accade alla muscolatura quando è contratta?Come influiscono le emozioni e le rigidità.

Movimenti bruschi e non coordinati, sforzi intensi o sedentarietà, squilibri e compensazioni posturali, problematiche di natura meccanica ipotizzabili al mancato allenamento o al non adeguato riscaldamento durante la preparazione fisica, sono solo alcune cause di una contrattura. A queste si sommano problemi di origine metabolica come la perdita di sali minerali e acqua, diminuzione dei livelli di calcio e affaticamento muscolare o altre problematiche derivanti da patologie. Non si può tralasciare però un’ipotesi che ha origine sulle condizioni psicosomatiche ed energetiche nell’insorgenza delle contratture.


Infatti la contrattura è una contrazione involontaria del muscolo a seguito della sollecitazione dello stesso, oltre il limite di sopportazione fisiologico. Appena per qualche motivo si sorpassa questo limite, il corpo innesca un’autodifesa per salvaguardare le funzionalità del muscolo. Nella contrattura non c’è la rottura di fibre muscolari, proprio per questo non va confusa con lo strappo muscolare e nemmeno con lo stiramento.

Una muscolatura contratta si presenta dolente e ipertonica, ovvero rigida durante la palpazione.

A differenza del crampo che è passeggero (dura fino a 3 minuti circa), la contrattura per essere sciolta ha bisogno di essere trattata. Ci sono delle contratture nel corpo che spesso non sappiamo di avere, infatti rimangono latenti e non dolorose, anche se condizionano le funzionalità corporee. Le situazioni invece che si conoscono di più sono le contratture che manifestano un dolore persistente e diffuso. Durante la fase acuta anche il movimento articolare non è fluido, ma condizionato da questa tensione.

Infatti prova ad immaginare il muscolo come un elastico che nella sua funzionalità naturale è completamente libero nei suoi movimenti, mentre quando è in tensione non ha più facoltà della sua escursione massima andando ovviamente a condizionare l’articolazione sulla quale agisce.

Quelle tensioni, quei dolori e fastidi muscolari che ti ritrovi al mattino quando ti svegli, quelle rigidità che ti impediscono il movimento, ma che spesso durante il giorno riscaldando la muscolatura quasi scompaiono per ritornare poi appena ti fermi o che fai un piccolo sforzo in più, quasi sicuramente sono sintomi che riconducono ad una contrattura.

Ovviamente per avere la certezza è bene rivolgersi ad una figura medica.

Alcune contratture sono riscontrabili e risolvibili anche attraverso il trattamento dei punti trigger che si trova all' interno alla contrattura. Mi collego proprio a questi punti per precisare che sono collocati nelle zone di passaggio dell’energia, ovvero i meridiani, molto conosciuti nella Medicina Tradizionale Cinese.

Possiamo quindi osservare che la muscolatura dolente può derivare anche da uno squilibrio energetico. Infatti una somatizzazione è un’energia che non fluisce e si sedimenta in quel dato punto, dando origine ad un sintomo.

Anche un’emozione a sua volta può sedimentarsi ed essere “memorizzata” nel corpo, in questo caso parliamo di attivazioni psicofisiche.


A sostegno di questo, attraverso le Tecniche F.r.e.e.l. ad esempio, stimolando un punto specifico riferito alla tensione muscolare avvengono delle reazioni di rilascio emozionale, ad esempio trattando una contrattura si scatena un’emozione con la conseguente reazione di ansia o panico o sensazione emotiva.

Il corpo memorizza ad esempio le emozioni più forti per utilizzarle come difesa in caso di bisogno, infatti in una situazione di pericolo il nostro corpo reagisce scatenando delle reazioni che sentiamo sottoforma di reazione fisica. Inversamente sollecitando un punto in cui è avvenuta questa memorizzazione il corpo rielabora e rilascia la tensione accumulata rendendo cosciente la memoria riferita.

La tensione muscolare impedisce il naturale scorrimento delle fibre l’una sull’altra a volte fino al quasi totale blocco della contrazione, con la conseguente calcificazione muscolare. Più trascuriamo una contrattura più impegno serve per scioglierla proprio perché avviene questa calcificazione.

Riposo e sospensione dalle attività di sforzo a volte basta per ristabilire la problematica, sono molto utili anche esercizi di stretching mirati.


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Si può intervenire anche apportando calore donando così sollievo al muscolo in tensione, appurando però che non sia un’infiammazione tendinea ad esempio, in quel caso sarebbe controproducente.

Uno o una serie di massaggi decontratturanti spesso sono risolutivi nelle situazioni più problematiche, oltre a questo se la persistenza del fastidio permane è necessario rivolgersi alle figure mediche di pertinenza per un ulteriore approfondimento.

Francesco Sartori



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