Rilascio Emozionale: dal Condizionamento alla Liberazione del Sé. Neuroscienze, Fisica Quantistica ed Energia Sessuale come Vie di Risveglio
- Francesco Sartori
- 22 lug
- Tempo di lettura: 5 min
Viviamo in una società che ci ha insegnato a contenere, reprimere, deviare. Fin da piccoli impariamo cosa è giusto provare e cosa no, cosa è accettabile esprimere e cosa è meglio nascondere. Emozioni come la rabbia, la paura, la vergogna o persino la gioia intensa sono spesso state etichettate come "troppo". Questo processo crea un’interiorizzazione di condizionamenti profondi, memorizzati non solo nella mente, ma soprattutto nel corpo.
Il rilascio emozionale è un processo attraverso cui l’individuo si libera da questi schemi automatici. È una via di deprogrammazione cellulare, di risveglio della memoria corporea, di riconnessione con l’energia vitale. In questo viaggio, neuroscienze, fisica quantistica ed energia sessuale si intrecciano in un campo unificato di comprensione, trasformazione e presenza.

Condizionamenti: impronte emozionali e memorie somatiche
Ogni esperienza emotiva che non trova espressione viene trattenuta nel corpo. La memoria emotiva non si conserva solo a livello mentale, ma soprattutto a livello somatico, come dimostrano gli studi sulla neuroplasticità e sul sistema nervoso autonomo. Quando un bambino si sente giudicato per aver pianto o ridicolizzato per aver mostrato affetto, si crea un imprinting. Questo si traduce in tensioni muscolari croniche, contrazioni viscerali, posture difensive. Il corpo apprende a proteggersi. Ma quella che era una reazione adattiva al contesto diventa, nel tempo, un automatismo disfunzionale.
Il rilascio emozionale è il processo inverso: consiste nel permettere alle emozioni di affiorare, di essere riconosciute, sentite e lasciate andare, riattivando così il flusso naturale dell’energia.
(Su queste tematiche di lavoro vengono proposti dei corsi e laboratori per rielaborare e sciogliere cristallizzazioni che impediscono il libero fluire delle emozioni.
Guarda qui le proposte:
Neuroscienze: emozioni, cervello e corpo
Secondo Antonio Damasio, uno dei neuroscienziati più influenti nel campo delle emozioni, “non siamo macchine pensanti che si emozionano, ma macchine emotive che pensano”. In opere come "L'errore di Cartesio" (1994), Damasio mostra come le emozioni non siano un intralcio alla razionalità, ma la sua base stessa.
Il cervello emotivo – in particolare le strutture del sistema limbico, come l’amigdala, l’ippocampo e l’ipotalamo – lavora in stretta sinergia con il sistema nervoso autonomo, influenzando direttamente il battito cardiaco, la respirazione, la digestione, la tensione muscolare. Le emozioni represse non “scompaiono”, ma vengono immagazzinate nel corpo, creando segnali vaghi e sintomi somatici.
Studi recenti sull’interocezione – la capacità del cervello di percepire gli stati interni del corpo – dimostrano come il rilascio emozionale sia spesso legato a un miglioramento della regolazione emotiva, alla riduzione dello stress cronico e a un senso di integrazione. (Craig, A.D. – "How do you feel? Interoception: the sense of the physiological condition of the body", Nature Reviews Neuroscience, 2002).

Fisiologia del rilascio: tremori, respiro, voce
Il corpo sa guarirsi se glielo permettiamo. Nei momenti di rilascio emozionale spontaneo o guidato (tramite trattamenti corporei, rebirthing, danza estatica, pratiche tantriche o somatiche che sono incluse nelle tecniche F.r.e.e.l. ), il corpo può iniziare a tremare, piangere, sospirare profondamente, emettere suoni. Questi non sono "effetti collaterali", ma la lingua del corpo che si libera.
Il nervo vago, il principale canale del sistema parasimpatico, è direttamente coinvolto nel rilascio emozionale. È lui a regolare il passaggio da uno stato di attivazione (lotta/fuga) a uno stato di sicurezza (riposo/digestione). Attraverso il rilascio emozionale, questo nervo si tonifica, portando a una maggiore resilienza emotiva e a un senso di radicamento.
Frequenze quantistiche e memoria cellulare
La fisica quantistica ci insegna che la materia non è altro che energia condensata. Le cellule del nostro corpo non sono “cose”, ma campi vibrazionali intelligenti che reagiscono all’ambiente, ai pensieri, alle emozioni. Come disse Einstein: “Tutto è energia, e questo è tutto quello che esiste”.
Ogni emozione ha una sua frequenza. La paura vibra più lentamente della gioia, il rancore è più denso dell’amore. Quando un’emozione viene repressa, la sua energia resta bloccata in una zona del corpo, interferendo con il libero flusso quantico del nostro essere.
Il rilascio emozionale permette di sciogliere quei nodi energetici, riportando il corpo a una frequenza più coerente. Questo processo non è solo terapeutico, ma evolutivo: permette di modificare l’informazione che le cellule ricevono, aprendo a nuove possibilità di essere, sentire, creare.
Come spiegato dal biologo Bruce Lipton nel suo libro “La biologia delle credenze”, ciò che crediamo e sentiamo modifica la biochimica delle nostre cellule: “La percezione controlla il comportamento e la genetica”.
Il legame tra emozioni e sessualità: energia primordiale
L’energia sessuale è la forma più potente di energia vitale. È alla base della creazione della vita, ma anche della creazione interiore, della trasformazione, del risveglio. Non è solo un impulso biologico, ma un ponte tra corpo, emozioni e spirito.
Ogni volta che reprimi un’emozione, anche l’energia sessuale viene soffocata. Non perché sia necessariamente erotica, ma perché segue lo stesso canale energetico. In molte persone, l’energia sessuale è scollegata dal cuore o bloccata nella zona genitale. Il rilascio emozionale permette all’energia di risalire, di aprire il torace, di nutrire il cuore, di illuminare la mente.
Secondo le antiche pratiche tantriche, la sessualità consapevole è un veicolo di trasmutazione emotiva: attraverso il piacere, il respiro e il contatto profondo, possiamo liberare antiche memorie e aprire i centri energetici (chakra) alla coscienza.
Dalla repressione alla presenza: il viaggio del Sé incarnato
Nel lavoro sul rilascio emozionale, ogni crisi è un’opportunità. Ogni lacrima è un varco. Ogni tensione è un messaggio che aspetta di essere ascoltato. Liberare un’emozione non è “sfogarsi”, ma ritrovare presenza, abbracciare ciò che c’è, restituire al corpo la possibilità di sentire.
La pratica costante di rilascio emozionale – attraverso il corpo, la meditazione, il tocco consapevole, la sessualità sacra – permette di sciogliere i condizionamenti e riappropriarsi della propria verità incarnata. Ci si svuota del passato per fare spazio al presente.
Conclusioni: l’emozione liberata come atto creativo
Il rilascio emozionale non è un atto terapeutico “tecnico”, ma un atto sacro. Ogni volta che lasci andare un dolore antico, stai creando un vuoto fertile. In quello spazio può germogliare la tua essenza autentica, il tuo progetto animico, la tua espressione sessuale più pura e naturale.
Le neuroscienze ce lo confermano: il corpo può guarire. La fisica quantistica lo amplia: possiamo riscrivere la nostra realtà. L’energia sessuale lo sostiene: siamo esseri creativi in continua evoluzione.
Liberare un’emozione significa permettere all’universo di fluire attraverso di te.
Fonti principali citate
Damasio, A. (1994). Descartes' Error: Emotion, Reason, and the Human Brain
Craig, A.D. (2002). How do you feel? Interoception: the sense of the physiological condition of the body, Nature Reviews Neuroscience
Lipton, B. (2005). The Biology of Belief
Einstein, A. (attribuito): "Everything is energy, and that's all there is to it..."

Un abbraccio Francesco
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