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Perché è pericoloso avere paura del contatto?

Aggiornamento: 13 giu 2021


Ci siamo abituati davvero alla distanza?

O meglio ci si può abituare a rimanere distanti?

La mancanza di contatto come sta condizionando le nostre vite?







“La parola chiave è CONTATTO: deriva dal latino cum (con) e tactum (toccato, ma anche tatto). Sebbene il tatto non sia di per sé un fatto emotivo, i suoi elementi sensoriali inducono quei cambiamenti neurali, ghiandolari e muscolari e mentali che chiamiamo complessivamente sentimento. Per cui il tatto non è sentito come una semplice modalità fisica, come sensazione, ma, affettivamente, come sentimento.” Ashley Montagu




Sicuramente per leggere questo articolo sei entrato in contatto con qualcosa e qualcuno.

Magari stai leggendo da un telefono, pc o tablet o con il giornale in mano.

Anche se non lo noti, ma sei in contatto con quel supporto che ti permette di leggere queste righe, coma quando guidi la macchina e sicuramente entri in contatto con il volante.

Ma quante volte entriamo in contatto con un altro essere umano? Ai “bei tempi”, per citare un famoso detto, “le strette di mano valevano più di un contratto” ora oserei dire che “le strette di mano valgono più di un contatto”.


Il termine “contatto” oggi ha cambiato i suoi connotati, ovvero, se pensiamo a questa parola, ci richiama subito alla mente la lista dei clienti o ai numeri di telefono salvati sulla rubrica.


Se sommiamo anche il periodo difficile che stiamo vivendo, il contatto, fisico, in questo caso, è una cosa da evitare, eppure, è un bisogno non trascurabile.

Nel neonato il contatto è un bisogno primario come riportato dalle cronache del XIII secolo da Salimbene de Adam.

Lo storico religioso riportava un esperimento ideato da Federico II di Svevia per dare una risposta sensata agli antichi linguisti che dibattevano su una disputa su quale fosse la lingua umana originaria.

Così Federico II fece nutrire e curare in assoluto silenzio un gruppo di neonati, riducendo al minimo il tempo di interazione con le nutrici, per evitare completamente ogni contaminazione.

La storia racconta che quei bambini non parlarono nessuna lingua, perché l’assenza di contatto fisico e verbale li condusse inesorabilmente alla morte.


Noi nasciamo dal contatto fisico e il contatto fisico è una delle forme di comunicazioni più importanti. Noi manifestiamo i nostri sentimenti attraverso il contatto fisico e la nostra espressione intima avviene pelle a pelle.

Il contatto ci concede la possibilità di sentire i nostri limiti nel corpo e sentire il nostro spazio vitale, è quindi fondamentale.


Alcune cose, possono essere trasmesse e comunicate esclusivamente attraverso l’esperienza del contatto e questo interagisce con il nostro sistema psicofisico.

Il senso di solitudine diminuisce se ci concediamo di entrare in contatto con un’altra persona, basti pensare agli anziani in questo periodo di distanziamento sociale cosa stanno subendo in merito.

A livello scientifico è ampiamente dimostrato come il semplice contatto fisico apporti benefici psicologici e fisiologici a qualsiasi età, sia che si tratti di un profondo abbraccio, una stretta di mano o un contatto di natura sessuale.


L’energia sessuale, la spinta all’unione è ciò che genera la vita, è la natura che chiede di manifestarsi attraverso questa richiesta di contatto.


Anche durante un massaggio, a livello fisiologico avvengono dei cambiamenti che sono importanti. La frequenza cardiaca rallenta, se soffriamo di ansia la pressione sanguigna si abbassa e gli ormoni dello stress diminuiscono. Nel nostro corpo durante un contatto fisico, avviene un aumento dell’ossitocina, definito l’ormone dell’amore e porta rilassamento generale. È stato inoltre dimostrato come il contatto fisico sia utile per aiutare il sistema immunitario a riequilibrare il cortisolo, l’ormone dello stress che è la causa di tantissimi disagi e danni nel lungo periodo. Perciò possiamo dire che mantenere un contatto fisico ed emotivo in modo regolare aiuta a guarire prima da alcune malattie e regola lo stato emozionale donando più equilibrio anche per migliorare la salute psico-fisica.

In che modo quindi in questo momento molto particolare in cui l’imputato numero uno dei problemi del mondo è proprio il contatto fisico possiamo reagire?

Avendo paura del contatto lo escludiamo a priori anche dove possiamo, oppure dedichiamo a questo bisogno la giusta importanza?



Un buon modo per reagire a questa situazione per esempio è ricevere un massaggio, oppure in casa dedicarci dei momenti appositi dove possiamo tranquillamente avere contatti fisici, attraverso intensi e prolungati abbracci. Dove è possibile, meraviglioso è riuscire a comunicare con il contatto fisico.


È bene ricordare che la fisicità stimola i percorsi neuronali di dopamina, ossitocina e persino di oppioidi aiutando il corpo stesso a regolare l’umore diminuendo le situazioni di dolore, migliorando anche il sonno e lo sviluppo cognitivo.

Spesso in casa c’è difficoltà ad abbracciarsi o a dedicare un momento alle coccole, ma può essere davvero fondamentale per reagire al meglio in questo periodo e la scienza parla chiaro.

Scegliere consapevolmente di abbracciare una persona per un po’ di tempo, ascoltando il calore che si crea, rimanendo in contatto nella percezione del respiro reciproco, potrebbe diventare un momento di grande condivisione e una pratica che vale più di mille parole.


Dedicare un momento al massaggio, nel quale reciprocamente entriamo in contatto pelle a pelle e comunichiamo attraverso questa modalità il bene che ci vogliamo, diventa davvero un: “io ci sono per te”, “sono qui per te” , “non temere”, “ti voglio bene”.



Così anche dedicarsi un momento tutto per sé da un professionista del massaggio può essere talvolta molto utile per sciogliere le tensioni dovute alla distanza sociale e riequilibrare moltissimi aspetti interiori e corporei.

Questo modo di intendere il contatto porta ad una rivoluzione fisica e psicologica importante che può fare la differenza in questo momento storico.

Il contatto non è una minaccia nemmeno in questo momento se lo facciamo con le dovute cautele, e dove possiamo, anzi è molto più pericoloso avere paura del contatto.


Francesco Sartori

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